Palazzo Rocca – Sala 8
Il soffitto è affrescato dal milanese Francesco Malerba (fine XIX-inizio XX sec.) su quattro strisce che incorniciano il soffitto, decorate a motivi fitomorfi e zoomorfi e, al centro, un paesaggio. L’arredamento è formato da due pregiati mobili: il bureau in noce intarsiato di ciliegio, con ribalta e con maniglie e boccole in bronzo fuso, risale al XVIII secolo; il cassettone, in legno di carrubo e attribuibile a un artigiano locale del XVIII secolo, ha un piano d’appoggio estraibile e maniglie, boccole e pomi in bronzo. Il piatto in rame sbalzato sopra il cassettone, in stile eclettico per il richiamo a motivi decorativi rinascimentali e barocchi e per il gusto naturalistico che lo caratterizza, è databile a fine ‘800 – inizio ‘900; ai lati due vasi di manifattura cinese (XX secolo). Le poltrone in noce intagliato sono di fine ‘800. Sopra il bureau è la tela raffigurante San Gerolamo (XVII sec.), copia di un’opera di José de Ribera “lo Spagnoletto” (1591-1652) conservata al Kunsthistorisches Museum di Vienna; sul cassettone si trova la tela raffigurante Venere, Cupido e un satiro, della bottega di Luca Cambiaso (1527-1585); quindi la Flagellazione di Cristo e l’Incoronazione di spine, olii su rame di un ignoto seguace di Luca Cambiaso (ultimo quarto del XVI secolo) che probabilmente appartenevano a una Via Crucis o ad una serie dei misteri gaudiosi e dolorosi del Rosario. Copritende in misto lino e canapa, stampati, prodotti nel ‘900 da una manifattura ligure. Lampadario a quattro luci, in bronzo dorato e cristallo, del ‘900, della ditta Del Grosso di Milano. Il parquet è in tasselli di rovere disposti a lisca di pesce, realizzato dalla ditta Spangher di Milano. Il montacarichi della saletta, in legno di noce scolpito e intagliato a motivi floreali, comunicava direttamente con quello delle cucine dell’ammezzato e serviva la vicina sala da pranzo. (Chiuso al pubblico).